mercoledì 31 agosto 2011

Pensieri notarili


Una ragazza in procinto di laurearsi in Giurisprudenza , chiede  alcuni consigli sul percorso migliore da intraprendere post-laurea ; nello specifico  chiede se sia meglio iniziare sin da subito a far  pratica legale e una volta terminata questa iniziare la pratica  notarile oppure , per "velocizzare i tempi",  se sia meglio svolgerle assieme;
Inoltre chiede sia informazioni  sulla eventualità di iniziare la pratica notarile in Val d'Aosta, sia se qualcuno degli iscritti al  sito dei praticanti notai, fosse al corrente circa la possibilità di effettuare una pratica legale e notarile "fittizia".
Tra le varie risposte che sono apparse sul forum , una in particolare ha attirato la mia attenzione, è ho voluto condividerla con voi:

...."Oggi è inutile fare del "turismo" pro esame da avvocato, poichè le correzioni sono incrociate. Mi spiego: i compiti della Campania, ad esempio, vengono spediti in Lombardia per essere corretti, e quelli della Val d'Aosta vanno, magari, in Basilicata, ecc. L'estrazione delle corti d'appello per le correzioni viene fatta comunque dopo la fine degli scritti, quindi resta dove sei, perchè correre a Roma è inutile e fuorviante.
La partica legale, in via di fatto, puoi farla "fittizia", ma - d'altronde - anche quella notarile potresti farla fittizia; anzi, per quella notarile è anche più facile, perchè non c'è la presenza obbligatoria - rilevata a verbale - in udienza.
La partica notarile nelle zone di confine (Val d'Aosta, Bolzano, Trieste) è complicata dal fatto del bi-linguismo, per cui se non conosci - nel tuo caso - il francese potresti avere difficoltà a comunicare con i clienti di studio ed a comprendere gli atti ricevuti in tale lingua; per il resto, però, non credo che cambi molto rispetto alle altre zone d'Italia.
L'esame da avvocato pare non richiedere - a quanto ne so non avendolo fatto, ma avendo un sacco di amici che l'hanno fatto - uno "studio matto e disperatissimo" di leopardiana memoria, come invece quello notarile.
Considera, però, quanto segue:
1) se non hai uno studio legale avviato in famiglia, con oltre 300.000 iscritti all'ordine a livello nazionale, il carattere di seria "alternativa" dell'avvocatura rispetto al notariato è un'utopia, come dimostrano le migliaia di avvocati abilitati che, anche in città di medie dimensioni come la mia, sbarcano il lunario come pony express portando pizze a domicilio;
2) d'altro canto, però, il notariato è ancor più una chimera dell'avviare uno studio legale senza avercelo già in famiglia. Vincere il concorso è come vincere il superenalotto quando in palio ci sono i 50 milioni di euro...praticamente impossibile!
Vedi un po' tu...comunque la metti, stai - come tutti noi - messa male.
Come già ti dissi tempo addietro: lascia perdere il notariato, ne guadagnerai in termini di salute fisica e mentale, autostima, tempo libero, relazioni interpersonali...
Non vorrei trovarmi a Roma e scorgere un volto di ragazza in più, rispetto ai miei precedenti concorsi, che esce il terzo giorno piangendo amaramente su stessa per avere imboccato la strada sbagliata.
Io non sono facile alle lacrime (anzi!), ma talvolta almeno la voglia di piangere è tanta, quando guardo il volto sorridente dei miei bambini, attanagliato come sono dal senso di colpa per avere tolto loro tanti momenti, a causa della maledizione del notariato, che mi sono volontariamente attiratto addosso, per un ingenuo errore post-universitario di gioventù.
Ti auguro di cuore di non vivere mai nulla di simile."
Sii felice
(-discussione tratta dal sito Romolo Romani- il sito dei praticanti Notai-)

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